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Morte collettiva dei Fabi

La guerra contro Veio si trascinava ormai da tre anni, finché non impugnarono le armi le mani di una sola famiglia pronta a sacrificarsi per il bene di Roma. Tutto ebbe inizio quando nell’aula del senato Cesone Fabio avanzò una singolare richiesta: «Delle altre guerre – diceva – fatevi carico voi, questa la vogliamo condurre noi, come una questione di famiglia, a nostre spese»1. La richiesta fu accolta e i circa trecento Fabi, fra i plausi del popolo intero, partirono, minacciando la rovina del popolo veiente con le forze di una sola famiglia2. La battaglia ebbe luogo presso il fiume Cremera, dove il loro valore brillò, ma fu superato con l’inganno: che potevano fare pochi valorosi di fronte a un agguato di tante migliaia di nemici? Come un solo giorno aveva visto partire tutti i Fabi, così un solo giorno li vide perire. Eppure, gli stessi dèi avevano provveduto affinché la stirpe non si estinguesse: sopravviveva un bambino, rimasto in città perché un giorno potesse nascere Massimo il Temporeggiatore3.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, «La fine dell’eroe» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 43-48.

Fonti
  1. Livio, 2, 48, 8-9
  2. Livio, 2, 49, 4
  3. Ovidio, Fast. 2, 195-242

Bibliografia

F. Dupont, La vita quotidiana nella Roma repubblicana, Roma-Bari, Laterza, 2006.

Commento

In tutti i racconti del sacrificio collettivo dei Fabi si sottolinea
il motivo dell’unicità: una sola famiglia impugna le armi uscendo
da una stessa dimora; uno solo è il giorno che vede partire i
Fabi e quello che li vede perire; uno solo è il superstite di quella
illustre gens.
Nel racconto risalta il carattere straordinario di un sacrificio collettivo in cui un’intera stirpe si immola per la patria, agendo in unità, come se si trattasse di un singolo individuo. Il tema della morte per la patria ricorda altri personaggi della storia romana, come il console Decio.
Le morti eroiche, pur afferendo a tipologie diverse, appaiono
dunque legate da un aspetto che tutte le accomuna: esse scaturiscono
da uno spiccato senso di appartenenza a una collettività,
alla quale l’eroe è disposto a sacrificare la propria esistenza
individuale.

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