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L'autorità dei vecchi
Un tempo le teste canute e le rughe senili godevano di grande rispetto e valore. Mentre la gioventù era impegnata nelle opere belliche, la vecchiaia, età inadatta alle armi, recava aiuto alla città con la saggezza dei consigli: a nessun altro si aprì la curia se non agli anziani e il senato prende il nome dall’età senile. Essi rendevano giustizia al popolo, camminavano in mezzo ai giovani senza che questi se ne dispiacessero, e nessuno in loro presenza osava toccare argomenti licenziosi. Fu maiores) il mese di maggio (maius). Dal nome dei giovani, invece, fu designato il mese di giugno (iunius)1.
Riferimenti interni
Riferimento : M. Biancucci, « La giovinezza e la vecchiaia» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 30-38.
Fonti
- Ovidio, Fast. 5, 57-78
Bibliografia
A. de Francesco, ‘Senectus’ tra cultura e politica nell’età repubblicana, in C. Cascione e C. Masi Doria (a cura di), Fides Humanitas Ius. Studi in onore di Luigi Labruna, vol. 2, Napoli, 2007, pp. 1369-1399.
Commento
La distinzione tra giovinezza e vecchiaia è pensata a Roma sulla base delle diverse qualità che caratterizzano ciascuna età: forza, velocità e agilità del corpo per i giovani, senno, autorità e prestigio per gli anziani.
Sin dai tempi di Romolo è chiaro come la comunità abbia bisogno tanto dei giovani quanto dei vecchi, e il primo re divide la popolazione tenendo conto delle attitudini di ciascuna età: combattere è proprio della giovinezza, alla vecchiaia spetta dare consigli. Il Senato (< sen- « vecchio ») è l’autorevole consesso degli anziani capifamiglia (patres), da cui la città riceve sagge indicazioni di governo.