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I gemelli: Anfione e Zeto

Antiope, sedotta da Zeus, è incinta e tenta di fuggire dalle ire del padre Nitteo: perciò viene accolta da Epopeo, re di Sicione. Ma Nitteo, sul punto di morire dal dolore, affida al figlio Lico il compito di punire Antiope. Lico uccide Epopeo e riporta a casa la sorella, la quale partorisce per strada – sul monte Citerone – due gemelli (Anfione e Zeto) che vengono esposti e raccolti da un pastore. Antiope viene affidata alla custodia della perfida Dirce, moglie di Lico, che la tormenta in ogni modo. Una volta cresciuti, i gemelli riusciranno a liberare la madre e a vendicarsi di Lico e di Dirce. In seguito fortificheranno Tebe con enormi mura1.

Riferimenti interni

Riferimento : A. Angelini, «L’identità individuale : i gemelli» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 51-58.

Fonti
  1. Igino, Fab. 8

Bibliografia

C. Voisenat, La rivalité, la séparation et la mort. Destinée gémellaires dans la mythologie grecque, «L’Homme» 28/105 (1988), pp. 88-104.

V. Dasen, Jumeaux, jumelles dans l’antiquité grecque et romaine, Zürich, Akanthus, Kilchberg, 2005.

Commento

La gemellarità è una categoria utile per esplorare la rappresentazione dell’identità. I gemelli (dídymoi) sono infatti, in Grecia, una categoria di individui che rappresenta l’identità non come singolarità ma come dualità (dyo « due »).
La nascita gemellare rappresenta un caso in cui l’unità del singolo si fa doppia in maniera simultanea e visibile. In una cultura, come quella greca antica, nella quale la conoscenza e l’affermazione di sé passa anzitutto attraverso il riflesso e il riconoscimento nello sguardo altrui, questa prospettiva è di particolare rilevanza.
Nei miti incentrati sui gemelli la relazione all’interno della coppia può assumere declinazioni diverse. Alcuni racconti mettono in scena rapporti di raddoppiamento o vera e propria duplicazione; in certi casi prevalgono relazioni di opposizione e rivalità, in altri sono privilegiati invece aspetti
di simmetria e complementarità. La gemellarità, nel mito, esplora così le varie possibili ambivalenze della dualità e dela doppiezza.
Nel mito di Anfione e Zeto emerge il contrasto fra due personalità diverse. Zeto è pastore e amante della caccia, coduce una vita all’insegna dell’azione; Anfione invece è un musicista ed eccezionale suonatore di lira, dedito alla pratica delle arti e alla vita contemplativa.
Il rapporto gemellare è dunque in questo caso costruito su un’opposizione sostanziale fra ruoli socialmente diversi, che riesce però a evolvere in una forma di solidarietà reciproca sia per quanto riguarda la pietà filiale (entrambi accorrono con successo in aiuto della madre), sia nella convergenza delle forze per un obiettivo comune: la fondazione della città.

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