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Mutilazione Agamennone

Quando Agamennone torna da Troia, sua moglie Clitennestra, che è diventata l’amante di Egisto, lo accoglie a casa, ma già medita in cuore un piano funesto: mentre l’ignaro consorte è privo di difese, la donna lo colpisce mortalmente e lo disonora come un nemico, sottoponendolo all’orrida pratica del "mascalismo"1.

Riferimenti interni

Riferimento : D. Fermi, « La morte violenta » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 15-20.

Fonti
  1. Eschilo, Cho. 439-443; Sofocle, El. 442-445

Bibliografia

F. D’Alfonso, Il μασχαλισμός di Agamennone e l’oath sacrifice, «Journal of Hellenic Religion» 11 (2018), pp. 1-31.

J. Doroszewska, J. Kucharski, A ritual of the afterlife or the afterlife of a ritual: « maschalismos » in ancient Greece and beyond, in J. Harrisson (ed.), Imagining the afterlife in the ancient world, London, Routledge, 2019, pp. 155-172.

Y. Muller, Le « maschalismos », une mutilation rituelle en Grèce ancienne ?, «Ktèma» 36 (2011), pp. 269-296.

P. Aigner, Zum Maschalismos, in G. Danek, I. Hellerschmid (Hrsg.), Rituale: identitätsstiftende Handlungskomplexe: 2. Tagung des Zentrums Archäologie und Altertumswissenschaften an der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2./3. November 2009,  Wien, Verl. der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2012, pp. 107-121.

Commento

Secondo Aristofane di Bisanzio (fr. 412 Slater), «coloro che uccidevano volontariamente qualcuno, per evitarne l’ira, tagliavano le sue estremità e, dopo averle legate in fila, le appendevano al collo e le facevano passare sotto le ascelle». Si tratta di una procedura chiamata maschalismós (da maschále « ascella »). La macabra collana che cinge il busto del defunto ha dunque la funzione di porre l’omicida al riparo dalla vendetta dell’ucciso.

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