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Pterelao e l'immortalità "condizionata"
Riferimenti interni
Riferimento : D. Fermi, « Esperimenti contro la morte » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 20-26.
Fonti
- Apollodoro, Bibl. 2, 4, 5 e 7; scolio a Licofrone, 932
Bibliografia
A. A. Wachsler, Parricide and Treason for Love: The Study of a Motif-Complex in Legend and Folktale, «Journal of Folklore Research» 24 (1987), pp. 57–96.
D. Burton, The Search for Immortality in Archaic Greek Myth, PhD thesis, University of London, 1997.
V. Cordun, External soul, in Enzyklopädie des Märchens 4 (1984), pp. 700-710.
J. G. Frazer, The External Soul in Folk-tales, in The Golden Bough: A Study in Magic and Religion, Abridged ed. New York, Macmillan, 1922.
Commento
La concessione di immortalità da parte degli dei a un essere umano può essere condizionata alla presenza di un attributo specifico, perduto il quale il soggetto perde la propria immunità alla morte.
Questo attributo può essere costituito da una parte del corpo dotata di virtù sovrannaturali : in questo caso un « crine fatale », mentre nel ben più celebre mito di Achille si tratta del tallone.
Il « crine fatale » ricompare nel mito di Niso, re di Megara, tradito (come Pterelao) dalla propria figlia che, innamorata del nemico Minosse o da lui corrotta, gli strappa il capello purpureo causandone la morte.
Ma l’immortalità può essere condizionata alla presenza di un oggetto esterno, parimenti in grado di garantire al soggetto che vi è collegato una supervitalità : tale il caso di Meleagro, la cui vita è legata alla permanenza di un tizzone (che invece, consumandosi, « consuma » anche la vitalità dell’eroe).