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I gemelli: Castore e Polluce (Dioscuri)

Castore e Polluce avevano razziato i buoi dei loro cugini Ida e Linceo, ma furono avvistati da Linceo stesso, che aveva una vista acutissima. Ida trafisse Castore con una lancia, perciò Polluce accorse immediatamente in preda all’ira. Ida e Linceo cercarono di invano di uccidere Polluce scagliando contro di lui una grossa pietra; ma questi ebbe la meglio su Linceo, mentre Zeus lanciò il suo fulmine contro Ida. A quel punto Polluce si diresse verso il fratello, che era a terra in punto di morte, e pregò il padre Zeus di farlo morire con lui, perché non vi poteva più essere gloria (tima) per un mortale privato dei suoi cari (philon). Ma Zeus gli rispose che ciò non era possibile, perché Polluce era in realtà figlio suo, e la sua sorte sarebbe stata quella di vivere con gli dèi nell’Olimpo; Castore era invece stato concepito dopo, da un seme mortale (sperma thnaton), ed era quindi destinato a morire. L’unica possibilità era che Polluce dividesse la sua sorte con lui, passando metà della vita sotto terra, e l’altra metà in cielo, cosa che l’eroe non esitò a fare. Zeus riaprì allora gli occhi di Castore.1.

Riferimenti interni

Riferimento : A. Angelini, «L’identità individuale : i gemelli» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 51-58.

Fonti
  1. Pindaro, Nem. 10, 49-91

Bibliografia

I. Sforza, L’eroe e il suo doppio. Uno studio linguistico e iconologico, ETS, Pisa, 2007.

Verity J. Platt, Double Vision: Epiphanies of the Dioscuri in Classical Antiquity, «Archiv für Religionsgeschichte» 20.1 (2018): pp. 229–256.

Commento

La gemellarità è una categoria utile per esplorare la rappresentazione dell’identità individuale. I gemelli (dídymoi) sono infatti, in Grecia, una categoria di individui che rappresenta l’identità non come singolarità ma come dualità (dyo « due »).
La nascita gemellare rappresenta un caso in cui l’unità del singolo si fa doppia in maniera simultanea e visibile. In una cultura, come quella greca antica, nella quale la conoscenza e l’affermazione di sé passa anzitutto attraverso il riflesso e il riconoscimento nello sguardo altrui, questa prospettiva è di particolare rilevanza.
Nei miti incentrati sui gemelli la relazione all’interno della coppia può assumere declinazioni diverse. Alcuni racconti mettono in scena rapporti di raddoppiamento o vera e propria duplicazione; in certi casi prevalgono relazioni di opposizione e rivalità, in altri sono privilegiati invece aspetti
di simmetria e complementarità. La gemellarità, nel mito, esplora così le varie possibili ambivalenze della dualità e dela doppiezza.
Polluce e Castore sono caratterizzati da una distinta condizione esistenziale, riconducibile, come in altri miti (vd. Eracle e Ificlo), alla diversa paternità: immortale il primo, mortale il secondo. La differenza si definisce, nel loro caso, tramite una relazione di concordia assoluta e di perfetta complementarità. Senza Castore non vi può essere gloria nemmeno per Polluce: in sostanza, senza il fratello, egli è eroe solo a metà. Per questo Polluce è disposto a condividere anche la «parte» più preziosa che era esclusivamente sua, l’immortalità, ripristinando così una relazione paritaria con il fratello. Secondo la tradizione essi otterranno infatti di vivere un giorno nell’Ade e un giorno nell’Olimpo.
I Dioscuri rappresentano dunque un modello perfetto di philadelphia, affetto fraternο che si definisce in termini di somiglianza e reciprocità. Tale indissolubile complementarietà veinva plasticamente rappresentata dai dókana, oggetti rituali che simboleggiavano i Dioscuri per mezzo di due legni uniti da una o più traverse.

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