Indice

I gemelli: Eracle e Ificle

È sera, e Alcmena ha appena messo a letto i suoi bambini: Eracle, di dieci mesi, ed Ificle, di una notte più giovane. Dopo essere stati allattati e dondolati nello scudo di bronzo che funge da culla, i due si addormentano in un sonno profondo. Ma nel cuore della notte Era suscita contro di loro due terribili serpenti, dai denti aguzzi e dalle lingue velenose. Non appena i mostri si avvicinano alla culla per mordere i bambini Zeus produce una forte luce e i due infanti si svegliano: Ificle è preso da terrore, e con i piedini respinge la coperta di lana nel tentativo di fuggire; Eracle invece afferra prontamente i serpenti stringendoli in una terribile morsa. Nel frattempo Alcmena, sentendo le grida della nutrice, sveglia il marito Anfitrione e tutta la casa accorre nella stanza dei gemelli. Qui con loro grande stupore trovano Eracle che, ridendo, depone ai piedi del padre i due serpenti ormai morti. Alcmena prende in braccio Ificle spaventato, mentre Eracle torna a dormire sotto una pelliccia. L’indomani i genitori consultano l’indovino Tiresia per avere un responso su quanto accaduto.1.

Riferimenti interni

Riferimento : A. Angelini, «L’identità individuale : i gemelli» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 51-58.

Fonti
  1. Teocrito, Idyll. 24, 1-70

Bibliografia

V. Dasen, Jumeaux, jumelles dans l’antiquité grecque et romaine, Zürich, Akanthus, Kilchberg, 2005.

F. Frontisi-Ducroux, Les Grecs, le double et les jumeaux, «Topique» 50 (1992), pp. 239-262.

C. Voisenat, La rivalité, la séparation et la mort. Destinée gémellaires dans la mythologie grecque, «L’Homme» 28/105 (1988), pp. 88-104.

Commento

La gemellarità è una categoria utile per esplorare la rappresentazione dell’identità. I gemelli (dídymoi) sono infatti, in Grecia, una categoria di individui che rappresenta l’identità non come singolarità ma come dualità (dyo « due »).
La nascita gemellare rappresenta un caso in cui l’unità del singolo si fa doppia in maniera simultanea e visibile. In una cultura, come quella greca antica, nella quale la conoscenza e l’affermazione di sé passa anzitutto attraverso il riflesso e il riconoscimento nello sguardo altrui, questa prospettiva è di particolare rilevanza.
Nei miti incentrati sui gemelli la relazione all’interno della coppia può assumere declinazioni diverse. Alcuni racconti mettono in scena rapporti di raddoppiamento o vera e propria duplicazione; in certi casi prevalgono relazioni di opposizione e rivalità, in altri sono privilegiati invece aspetti
di simmetria e complementarità.
Eracle e Ificle non sono rappresentati come una coppia di identici indistinguibili, ma appaiono in tutto e per tutto sotto il segno della diversità.
L’origine prima di tale diversificazione è legata a un antefatto noto : il vero padre di Eracle, infatti, non è Anfitrione, ma Zeus, che ne aveva assunto le sembianze per unirsi ad Alcmena, concependo così Eracle.
Il racconto mette in luce la differenza di carattere fra il figlio del mortale e quello del dio: mentre Ificle, terrorizzato, si rifugia nelle braccia della madre, Eracle si rivela già come un eroe impavido dalla forza eccezionale.

Link esterni