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Vecchiaia di Camillo

Arrivato il momento di destinare il comando della guerra contro i Volsci, Camillo, essendo ormai estremamente avanti negli anni, chiese l’esonero, invocando motivi di salute. Ma il popolo si oppose all’unanimità: quell’uomo, in realtà, era ancora pieno di vita e animato da un ingegno vivace; le sue facoltà erano fresche e intatte. Gli affari politici, ormai, non lo attraevano più molto, ma il richiamo delle armi esercitava ancora un forte potere su di lui1.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, « La giovinezza e la vecchiaia» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 30-38.

Fonti
  1. Livio, 6, 22, 7

Bibliografia

A. de Francesco, ‘Senectus’ tra cultura e politica nell’età repubblicana, in C. Cascione e C. Masi Doria (a cura di), Fides Humanitas Ius. Studi in onore di Luigi Labruna, vol. 2, Napoli, 2007, pp. 1369-1399.

Commento

La distinzione tra giovinezza e vecchiaia è pensata a Roma sulla base delle diverse qualità che caratterizzano ciascuna età: forza, velocità e agilità del corpo per i giovani, senno, autorità e prestigio per gli anziani.
In un vecchio, la forza d’animo può compensare ampiamente i limiti tipici dell’età senile. La figura di Camillo disegna l’immagine di una vecchiaia estremamente vitale, in cui
le facoltà mentali rimangono inalterate e possono pertanto essere di grande aiuto alla comunità.

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