Indice
Demetra nutrice divina
Riferimenti interni
Riferimento : D. Fermi, « Esperimenti contro la morte » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 20-26.
Fonti
- Hymn. hom. in Cer. 219 ss.
- Apollodoro, Bibl. 1, 5, 1; P. Berol. 44, 100 ss.
- II Mitografo Vaticano, 96 ss.
Bibliografia
B. Currie, Babies in the fire, in Pindar and the cult of heroes, Oxford University Press, 2005, pp. 383-385.
M.-Ch. Leclerc, Un traitement contre la mort: notes sur l'Hymne homérique à Déméter, «Pallas» 72 (2006), pp. 299-313.
C.O. Pache, Baby and Child Heroes in Ancient Greece, Urbana and Chicago, University of Illinois Press, 2004.
S. Dova, The poetics of failure in ancient Greece, New York, Routledge, 2020.
Commento
Il tentativo di conferire l’immortalità nonché l’eterna giovinezza presenta in questo mito caratteristiche peculiari. Il soggetto che vi è sottoposto è un bambino non comune: l’unico maschio di Celeo e Metanira, nato tardi e dopo ripetute preghiere della madre.
In secondo luogo, artefice dell’esperimento è una dea in persona, personaggio più che mai titolato a garantire la felice riuscita dell’operazione.
Il rituale praticato da Demetra è scandito da una serie di azioni volte a separare il bambino dagli elementi della sfera mortale per accostarlo a quelli della sfera divina. Da una parte, la dea lo esclude dal latte materno e dalle altre forme di nutrimento di norma somministrate agli esseri umani, dall’altra ne favorisce il contatto con elementi divini quali l’ambrosia, il soffio e il suo proprio latte. L’alimentazione assume dunque ruolo di primo piano nel definire l’identità mortale o immortale del bambino.
Infine, Demetra ricorre al mezzo dell’esposizione al fuoco. Il rituale viene praticato di notte e in segreto, in uno scenario che ricorda i rituali magici.
Il mito esplora anche il tema dell’umano che spia ciò che non è lecito vedere, incorrendo nella collera e nella punizione divina.