Indice
Integrazione tra Romani e Sabini
Una volta conquistato il
Riferimenti interni
Riferimento : F. Tutrone, «L’identità collettiva: cittadino vs. staniero» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 72-78.
Fonti
- Livio, 1, 12-14
- vedi sez. VIIIB.2
Bibliografia
R. Brown, Livy's Sabine Women and the Ideal of Concordia, « Transactions of the American Philological Association » 125 (1995), pp. 291-319.
E. Dench, Romulus’ Asylum: Roman Identities from the Age of Alexander to the Age of Hadrian, Oxford, Oxford University Press, 2005.
G. D. Farney, Ethnic identity and aristocratic competition in Republican Rome, Cambridge, Cambridge University Press, 2007.
J. McInerney (ed.), A Companion to Ethnicity in the Ancient Mediterranean, Chichester, Wiley Blackwell, 2014.
G. B. Miles, The First Roman Marriage and the Theft of the Sabine Women, in R. Hexter, D. Selden (ed.), Innovations in Antiquity, London-New York, Routledge, 1992, pp. 161-96.
Commento
Il fiero popolo della Sabina appare come un nucleo comunitario “altro”, aggressivo e in relazione di ostilità con i primi Romani, eppure la sua diversità non è irriducibile, anzi è caratterizzata da tratti che i Romani vorranno assimilare. I Sabini infatti appaiono dotati di ammirevoli qualità etico-civili, a cominciare da quell’intransigenza morale che diverrà nel tempo, quando romani e sabini finiranno per integrarsi, un tratto fondante dell’identità delle élites romane.
All’opposto della virgo romana Tarpea (vd. mito Tarpea), le donne sabine rapite dai Romani e rese loro spose, possiedono i tratti necessari a trasformare una reciprocità violenta fra linee maschili in un’alleanza funzionale, un conflitto fra estranei in un’integrazione. Il mito del loro intervento pacificatore durante la guerra fra i Sabini capeggiati da Tito Tazio e i Romani codifica positivamente per l’elemento elemento femminile mobile (la donna « rapita » dall’estraneo) il ruolo di « collante » sociale e motore di integrazione.
Miti come quello delle donne sabine, di Tazio e di Tarpea mostrano il groviglio di memorie culturali fiorito dall’incontro fra Romani e Sabini: quando due culture
si trovano a contatto, si fronteggiano e poi si integrano,
l’eredità trasmessa ai posteri è inevitabilmente il frutto di
una complessa negoziazione. Della loro unione con il popolo sabino, i Romani serbano un ricordo ricco di emozioni contrastanti: dall’apprensione all’ostilità, dallo sgomento per la frode alla collaborazione concorde. Un vademecum di tratti, atteggiamenti e strategie variamente replicato nella storia futura della città.