Indice
Orazi e Curiazi
Riferimenti interni
Riferimento : F. Tutrone, «L’identità individuale: doppi e gemelli» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 67-72.
Fonti
- Dionigi di Alicarnasso, Ant. rom. 3, 12-22; Livio, 1, 24-26; Festo, p. 380 Lindsay
- vedi sez. VIB.4
Bibliografia
G. Dumézil, Horace et les Curiaces, Paris, Gallimard, 1942.
J. Fries, Der Zweikampf. Historische und literarische Aspekte seiner Darstellung bei T. Livius. Königstein, Hain, 1985.
F. Mencacci, Orazi e Curiazi: uno scontro fra trigemini “gemelli”, “Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici”, 18 (1987), pp. 131-148.
E. Montanari, Il mito degli Horatii e Curiatii, «Religioni e Civiltà», 1 (1970/1972), pp. 229-284.
S. P. Oakley, Dionysius of Halicarnassus and Livy on the Horatii and the Curiatii, in C. Shuttleworth Kraus, J. Marincola, C. B. R. Pelling (eds.), “Ancient Historiography and Its Contexts: Studies in Honour of A. J. Woodman”, Oxford-New York, Oxford University Press, 2010, pp. 118-138.
Commento
Nella rappresentazione romana i gemelli rappresentano la condivisione di un vincolo di dedizione reciproca, frequentemente associato al dato della somiglianza fisica. Costituiscono una specie di icona della concordia e dell’uguaglianza che deve contraddistinguere i legami simmetrici.
Nella vicenda di Orazi e Curiazi i trigemini agiscono come due blocchi identitari omogenei e contrapposti, caratterizzati da una forte solidarietà interna. La presenza del proprio “doppio” è per ciascun giovane un elemento di forza, che si rispecchia nello sguardo ammirato dell’intera comunità.
Gli elementi di criticità emergono semmai sul piano dei rapporti parentali piú ampi e rispecchiano la relazione problematica fra Roma e Alba Longa, due città unite da un vincolo di discendenza (Romolo e Remo erano albani). Proprio per evitare ulteriore spargimento di sangue fra due popoli così affini, si sceglie di far decidere lo scontro serie di cugini-gemelli. Il duello fra Orazi e Curiazi (cugini fraterni, in quanto cresciuti insieme) prende le forme di una sorta di ordalia, un «giudizio divino» finalizzato a evitare il protrarsi di una lotta percepita come empia.
Nel mito sembrano così incrociarsi due tipologie diverse di relazione gemellare. Da una parte, infatti, si colloca il modello positivo incarnato dai due terzetti di gemelli perfettamente solidali al loro interno. Accanto a tale modello affiora però (introdotto dalla rappresentazione dei cugini come terzetti « doppi ») un secondo paradigma, quello dei gemelli discordi, ricorrente nelle storie di fondazione, prime fra tutte quella di Romolo e Remo. L’immissione di questo elemento di fraternità conflittuale caratterizza dunque la storia di Orazi e Curiazi come atto fondativo : sarà questo scontro circoscritto, infatti, a permettere la fusione costruttiva dei due popoli, integrando definitivamente la componente albana nell’identità romana.
Dal punto di vista antropologico, gli eroi gemelli (in quanto simili ma contrapposti da taluni tratti identitari) hanno la capacità di generare un nuovo ordine delle cose, senza per questo annullare del tutto il rapporto col passato. Alla fine dello scontro, il gemello vittorioso conserverà in sé qualcosa del passato (rappresentato dal gemello soccombente): il mutamento connesso con la fondazione risulterà complessivamente legittimato da questa permanenza nel mutamento.
Il carattere fondativo del mito di Orazi e Curiazi si intuisce anche nella presenza in esso di motivi eziologici : parti del racconto danno origine a realtà giuridiche (quali l’appello al popolo in caso di condanna a morte di un cittadino) o a presenze nel paesaggio cittadino, come il tigillum sororium e la pila Horatia.