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Nascita di Ceculo

A Preneste, non lontano da Roma, vi erano due fratelli chiamati divi. Un giorno la loro sorella, mentre sedeva presso il focolare, fu resa gravida da una scintilla e diede alla luce un bambino, che poco dopo abbandonò vicino al tempio di Giove. In seguito, alcune fanciulle che andavano a raccogliere l’acqua lo trovarono accanto al fuoco; per questo il bambino fu considerato figlio di Vulcano. Inoltre, venne chiamato Ceculo (Piccolo cieco) perché a causa del fumo i suoi occhi erano più piccoli del normale1.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, « Nascita » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 27-30.

Fonti
  1. Servio, commento a Virgilio, Aen. 7, 678

Bibliografia

A. Caratozzolo, I figli del focolare. Storie di eroi fondatori, «Paideia» 62 (2007)pp. 194-226.

Commento

Per i Romani il giorno della nascita (dies natalis) determina un aspetto importante della personalità del soggetto.
Molti personaggi del mito vengono concepiti e/o nascono in circostanze speciali di cui talora portano il ricordo nel nome loro assegnato.
Il concepimento del fondatore di Preneste si realizza nella forma di un prodigio legato al focolare (cfr. il concepimento di Servio Tullio). In questo caso è una scintilla a fecondare la madre dell’eroe. Il fuoco, per i Romani, è elemento maschile – contrapposto all’acqua « femminile » – e il termine per indicare il tizzone (titio) veniva utilizzato anche per indicare il membro virile.
Anche Ceculo (« il piccolo cieco » i cui occhi furono offesi dal fumo del focolare), come ogni eroe che si rispetti, porta impresso nel nome il ricordo della circostanza eccezionale in cui è avvenuta la sua nascita.

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