Indice
Longevità degli Iperborei
Gli
Riferimenti interni
Riferimento : D. Fermi, « La giovinezza e la vecchiaia » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 9-15.
Fonti
- Pindaro, Pyth. 10, 33-44; scoli a 64b, 65b; Ellanico, 4 F 187 Jacoby; Alceo, fr. 307c Voigt
- Simonide, fr. 570 Page; Megastene, 715 F 27b Jacoby
Bibliografia
T.P. Bridgman, Hyperboreans: myth and history in Celtic-Hellenic contacts, New York- London, Routledge, 2005.
R. Gagné, Cosmography and the Idea of Hyperborea in Ancient Greece: A Philology of Worlds, Cambridge, Cambridge University Press, 2021.
P. Sandin, Famous Hyperboreans, in P. P. Aspaas, S. Albert , F. Nilsen , Rara Avis in Ultima Thule: Libellus festivus Sunnivae des Bouvrie dedicatus, Tromsø: UiT The Arctic University of Norway, pp. 205–222.
F. D’Alfonso, Il ringiovanimento nelle terre dell’utopia (Simonides 22 W2. = P. Oxy. 2327 fr. 3+2a col. II+b+4+P. Oxy. 3965 fr. 27), «Rivista di Cultura Classica e Medioevale» 15 (2003), pp. 7-32.
Commento
Raggiungere un’età straordinariamente avanzata è segno di particolare predilezione divina: solo un dio, infatti, può concedere all’essere umano di superare la misura del destino di norma assegnato ai mortali.
Lo stato di benessere degli Iperborei, estranei ai mali che comunemente affliggono i mortali, si deve alla relazione speciale che intrattengono con Apollo, ma privilegi simili sono attribuiti anche ad altre genti, primi fra tutti gli uomini vissuti nell’età dell’oro.
Gli Iperborei non sono immortali come gli dèi: ma si spengono serenamente dopo un’esistenza lunghissima in cui sono rimasti sempre giovani.