Risultati ricerca

Ricerca per tag: "giovinezza"

Miti

Il coraggio di Carite

Fra i pretendenti della bellissima Carite vi è Trasillo, un giovane di nobile famiglia, ma gran frequentatore di osterie e di donnacce. Rifiutato a causa dei suoi costumi riprovevoli, il giovane pensa di vendicarsi e durante una battuta di caccia uccide lo sposo di Carite, dopo aver architettato il delitto affinché sembri un incidente. Un giorno però, avvertita in sogno dall’anima dello sfortunato sposo, Carite decide di punire l’infame assassino: lo invita a presentarsi furtivamente di notte nella sua stanza e gli fa bere un potente sonnifero. Poi, con maschia ferocia si lancia contro l’assassino sepolto dal sonno e trafigge gli occhi di Trasillo con uno spillone. Infine, afferra la spada dello sposo e sul suo sepolcro si squarcia il petto1.

Leggi mito
L'autorità dei vecchi

Un tempo le teste canute e le rughe senili godevano di grande rispetto e valore. Mentre la gioventù era impegnata nelle opere belliche, la vecchiaia, età inadatta alle armi, recava aiuto alla città con la saggezza dei consigli: a nessun altro si aprì la curia se non agli anziani e il senato prende il nome dall’età senile. Essi rendevano giustizia al popolo, camminavano in mezzo ai giovani senza che questi se ne dispiacessero, e nessuno in loro presenza osava toccare argomenti licenziosi. Fu Romolo che affidò il governo della nuova città a questi animi eletti che chiamò padri e consacrò agli anziani (maiores) il mese di maggio (maius). Dal nome dei giovani, invece, fu designato il mese di giugno (iunius)1.

Leggi mito
Gioventù e vecchiaia in competizione

Durante i giochi funebri organizzati da Enea per il padre, si combatte una singolare gara di pugilato fra il giovane Darete e il vecchio Entello. Mentre il baldanzoso Darete, compiaciuto del fatto che nessuno osasse sfidarlo, afferra già il premio, Aceste incita Entello, un tempo fortissimo, ad accogliere la sfida. Il vecchio pugile rilutta, ma subito dopo prende un paio di pesanti cesti, con i quali era abituato a combattere in gioventù. Iniziato il combattimento, dapprima Entello sembra soccombere al vigore del giovane avversario, ma poi la consapevolezza del proprio valore ne infiamma le forze. E così l’anziano pugile schiaccia l’avversario che a stento i compagni salvano dalla morte1.

Leggi mito
Morte di Lauso

Già le Parche tessevano gli ultimi fili per il giovane Lauso, mentre Enea affondava la sua valente spada in pieno petto al ragazzo: in un istante la sua tunica si riempì di sangue e la vita fuggì triste all’aldilà. Ma appena Enea vede quel giovane volto assumere il pallore della morte, lo compiange profondamente: «Cosa potrò concederti che sia degno di un’indole così valente? Terrai le armi di cui andasti tanto fiero e ti restituirò ai tuoi. Ma una cosa sola consolerà la tua infelice morte: cadi per mano del grande Enea»1.

Leggi mito
Morte di Eurialo e Niso

La notte era fitta, tanto quanto quella boscaglia irta di cespugli e neri lecci. Si udivano, sempre più vicini, i cavalli, lo strepito e i richiami dei Rutuli bramosi di vendicare la strage compiuta dai due giovani amici, Eurialo e Niso. A un tratto quest’ultimo vide il compagno mentre si dibatteva sotto i colpi dei nemici che lo coglievano di sorpresa. Decide allora di gettarsi in mezzo alle spade affrettando una bella morte. Allora il capo della squadra, Volcente, ingannato dall’oscurità della notte e del luogo, avanza verso Eurialo, quand’ecco Niso gridare con tutte le sue forze: «Contro me solo volgete il ferro! È tutto mio l’agguato!». Ma il nemico intanto squarcia il petto di Eurialo. Inferocito, Niso si accanisce contro Volcente; non vede nemmeno i nemici che tutt’attorno si ammucchiano per fargli muro: in maniera fulminea affonda la lama nella gola del nemico urlante, ma mentre lo uccide muore anche lui. Proprio lì, sopra il cadavere dell’amico sul quale si lasciava cadere, trovò pace in una morte serena1.

Leggi mito

Etichette

giovinezza

Link esterni

La ricerca non ha trovato nessun risultato.